Laura Viggiani
13/09/1967 Milano
Ciao, benvenuta nella nostra Redazione, iniziamo con qualcosa di semplice così per sciogliere un po’ il ghiaccio. Raccontaci: chi sei, da dove vieni e cosa fai nella tua vita “non creativa”?
Buongiorno, è una gioia e un onore per me essere ospite di queste pagine abitate da creative che ammiro profondamente. Mi chiamo Laura, spesso mi firmo LauraVi, Vi è l’inizio del mio cognome (Viggiani). Sono una maestra di scuola primaria, adoro il canto lirico, i bignè alla crema, le nocciole, i romanzi gialli.
Creativa agée di 54 anni, sono una Vergine ascendente Scorpione, un’accoppiata di segni stancante e in perenne lotta per la supremazia cuore/cervello. Vivo a Milano, una città che mi ha accolto al mio arrivo dalla Basilicata e che mi ha regalato davvero tanto, anche l’incontro con mio marito.
Come è iniziata la tua avventura creativa? Raccontaci come hai iniziato.
Nel lontano 2003, di ritorno dalle vacanze estive, passeggiando presso le Colonne di San Lorenzo, mi imbatto in un negozio, Impronte d’Autore: da lì a farmi fagocitare dai timbri prima e poi da tutto il resto, non c’è voluto molto. All’inizio erano solo card, semplici, ingenue, a guardarle oggi sorrido come quando si sfoglia un vecchio album di fotografie, con gli occhi pieni di indulgenza e un pizzico di vergogna.
Ora entriamo nel vivo della questione! Siamo curiose di sapere di più sulla tua arte. Cosa realizzi nello specifico?
Da allora sono cambiate tante cose, io per prima. Le card sono sempre nel mio cuore, ma a esse si sono aggiunte tag (la misura 8×16 è probabilmente il supporto che più mi è congeniale), minialbum, pagine di Art Journal. Adoro il Mixed Media e ultimamente l’acquerello… direi un ventaglio piuttosto ampio e variegato. La cosa che mi riesce veramente male è il Clean&Simple: sono una pasticciona, nonostante le mille precauzioni riesco a sporcare sempre il bianco immacolato. Sarà per questo che amo il Mixed Media, qui anche le “pataccare” come me possono sopravvivere alla grande.

Cosa significa per te creare? Quali emozioni provi mentre crei?
Col tempo ho imparato a fare ciò che mi fa stare bene, che scarica le mie tensioni senza preoccuparmi del giudizio altrui. So che è banale, ma mettermi a pasticciare con gli acrilici e gli stencil, fustellare con la Big Shot oppure colorare con un pennellino sottile mescolando i colori fino a trovare la sfumatura giusta… beh, mi serve come terapia antistress, mi riconcilia con la parte più nascosta e fragile di me che chiede di venir fuori e di essere ascoltata.
Quanto ritieni sia importante la creatività per la sfera emotiva?
Affermo, senza ombra di dubbio, che la creatività serve alla sfera emotiva come l’acqua alle piante, è un’oasi personale in cui ci si può permettere di far entrare solo chi vogliamo, mica poco, no?

All’inizio della tua carriera creativa hai riscontrato delle difficoltà nell’impostare il tuo brand, il tuo lavoro, la tua organizzazione oppure tutto è filato liscio e ha preso il volo senza tante difficoltà?
All’inizio ho faticato, mostravo il mio lavoro con grande timidezza e sminuivo sempre le mie realizzazioni. Quando ho preso coscienza che ciò che creo è parte di me, che deve piacere a me per prima e che un giudizio positivo può gratificare ma nulla di più, beh allora mi sono proposta con più determinazione, anche attraverso un blog (chiuso lo scorso anno) e ora anche su Facebook e Instagram.
Se hai riscontrato delle difficoltà come le hai superate? Se invece non le hai avute puoi dare qualche consiglio per chi legge?
L’unica cosa che mi sento di dire è sperimentare diversi materiali (carte, colori, timbri, strutture), trovare quello che ci fa stare a nostro agio e provare, creare, mescolare, lasciarsi andare fino a quando il risultato ci soddisfa, ci rende orgogliose di noi, della trasformazione che abbiamo operato. Dare poca importanza ai like, ai commenti, alle parole di lode. Se siamo sincere, questo passa e si vede, viene letto anche dagli altri.
Inoltre seguire i video, i tutorial delle artiste che ci piacciono, imparare dai loro trucchi e dai loro consigli è un esercizio fondamentale. Perché una cosa è certa: in tutti i campi, e quello creativo non è diverso dagli altri, le artiste davvero dotate sono anche generose!
Nel tuo percorso creativo hai trovato persone che ti hanno fatto da “mentore” aiutandoti e supportandoti quando ne avevi la necessità?
Una figura particolare non ce l’ho, certo ho conosciuto tante persone, alcune sono diventate amiche, tutte mi hanno insegnato qualcosa. Far parte di una comunità creativa – che sia un’associazione come ASI oppure l’appuntamento mensile con una rivista come questa – serve per imparare ma anche per chiedere informazioni e supporto.

Cosa vedi nel tuo futuro creativo? Quali sono i tuoi obiettivi per il 2022?
Il 2022 l’ho definito l’anno della mia Creativity Awareness, della consapevolezza di me da un punto di vista artistico. Sto cercando di vincere la mia “timida pigrizia” o, se vi piace di più, la mia “pigra timidezza” e di lanciarmi in sfide impossibili, per esempio completare una tag o una pagina in tempi meno biblici.
Svelaci un segreto, anche piccolo, in anteprima per le lettrici di CreativamenteCarta.
Ma figuriamoci, i miei sono tutti segreti di Pulcinella, non sono proprio capace di averne. Posso svelarvi una cosa della mia fanciullezza: ho sempre detestato disegnare, da piccola ero un disastro, i miei lavoretti sempre pasticciati, sporchi, non sembravano contenere nessun germe di miglioramento. Mia mamma ancora non si capacita della mia metamorfosi artistica. È proprio vero che l’impossibile è solo nella nostra testa.
Grazie Laura per averci dedicato il tuo tempo.
La Redazione
Se anche tu vuoi essere intervistata dalla Redazione di CreativamenteCarta scrivi una mail a infocreativamentecarta@gmail.com richiedendo il modulo delle interviste.
Alla prossima intervista!