
Monica Dal Molin
1972 – Cassola (VI)
Artigiana della carta
Conosciamo questa bravissima artista
D. Ciao Monica, grazie per aver scelto di partecipare alla nostra intervista. Parlaci di te. Di dove sei e cosa fai nella vita?
R. Ciao e grazie a voi per la bellissima opportunità! Vivo con la mia famiglia nei pressi di Bassano del Grappa (Vicenza), cittadina veneta dove sono nata e cresciuta e che amo molto. Mi definisco un’artigiana dall’animo poetico e dallo spirito concreto che da oltre un decennio si occupa di “INCARTESIMI”. Partendo da una precisa visione/missione e dal mio amore per la carta, la natura e la manualità creativa sono passata dalle prestazioni occasionali all’apertura di una partita IVA, fino poi a fondare con mio marito CDM Srls: una micro-impresa, di cui Incartesimi fa parte, in cui mettendo insieme realismo botanico e design d’artista propongo manufatti (in carta ma non solo) unici, espressivi e durevoli, che riempio di valori e significati.
D. Come è nata la passione per i fiori giganti? Hai iniziato direttamente con loro o hai prima sperimentato diverse arti creative?
R. Mi appassiona da sempre la Paper-Art. Rimango incantata di fronte a ciò che l’ingegno e il talento umano riescono a creare grazie a questo straordinario materiale e volevo anch’io riuscire ad esprimere me stessa attraverso un’attività a esso legata. Dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte, mi sono laureata in Conservazione dei Beni Culturali e per oltre dieci anni ho collaborato sia con biblioteche e associazioni, proponendo percorsi e corsi legati al libro e alla stampa, sia con le Grafiche/Carteria Tassotti -storica e famosa stamperia della mia città che ha raccolto l’eredità dei Remondini- con cui ho potuto sperimentare una molteplicità di tecniche creative (cartotecnica, découpage, packaging, origami e “fai da te” per citarne alcune). Solo a 40 anni però, nel 2012, abbracciando il coraggio di investire su me stessa, ho capito che potevo fondere le varie conoscenze e capacità, innate e acquisite, all’amore verso la natura e in particolare per i fiori (che ritengo la sua manifestazione più sublime) e da lì ho iniziato a scrivere la mia “favola”.


D. Ti va di raccontarci come è nato il tuo primo fiore?
R. I fiori di carta li realizzo da quando sono bambina, nei modi più svariati. La vera folgorazione però è arrivata nel 2011 quando, durante una notte insonne in cui facevo ricerca nel web, mi son imbattuta in un sito che faceva vedere (in modo un po’ spartano, ma efficace) come crearne di giganti in carta velina.
È stato amore a prima vista e da allora non ho più smesso di sperimentare modelli (il mio cavallo di battaglia è la rosa, di cui ho un design tutto mio e molto riconoscibile), materiali (utilizzo in primis cartoncino, carta crespa e carta velina a cui ho unito -per usi esterni e altri scopi-, gomma EVA e Isolon) e tecniche (ho frequentato vari corsi di esperte straniere e poi ho personalizzato i loro insegnamenti e li ho ottimizzati in base alle mie caratteristiche e ai miei obiettivi): sono così riuscita a trovare e sviluppare un mio gusto e stile. Un viaggio meraviglioso, che paragonerei a quello di Alice nel Paese delle Meraviglie (non a caso prima ho parlato di “favola”!).
D. Sui tuoi social vediamo che un tuo fiore è apparso su un articolo di Marie Claire. Come è stato vedere qualcosa di tuo su una rivista così importante?
R. Bellissimo e molto gratificante, come lo è stato per altri prestigiosi progetti realizzati che purtroppo molto spesso, per ragioni di privacy, non sono autorizzata a pubblicare.
Penso sia importante far sapere che inizialmente, ingenua e poco esperta di come funzionano le cose a certi livelli, ho scelto di accettare alcune collaborazioni senza un adeguato compenso economico. Da un lato è servito a fare esperienza e curriculum, crearmi un buon portfolio e aumentare visibilità e notorietà… ma fin lì – quando si lavora bene sul proprio talento – non è così difficile arrivare. Le vere soddisfazioni sono giunte quando ho iniziato a crederci e a fare sul serio (in primis con me stessa), a darmi e chiedere il giusto valore e a vedere riconosciuti, sotto ogni aspetto, l’impegno, la cura e la professionalità che metto in campo in ciò che propongo: è ciò di cui vado silenziosamente più orgogliosa, perché è quello che per me significa avere successo.

D. Abbiamo avuto il piacere di vedere anche molte vetrine di marchi famosi. Sicuramente è una cosa meravigliosa essere in vetrina con un tuo prodotto, vero? Come nascono queste vetrine? C’è sicuramente uno studio dietro con i Visual del Brand immaginiamo… raccontaci.
R. Confermo, è meraviglioso. Lavorare con marchi e brand famosi non è semplice, specie per realtà piccole e artigianali come la nostra che si trovano “costrette” a gestire politiche e prassi interne già stabilite e codificate: occorre essere realtà solide, strutturate e pazienti o conviene dedicarsi ad altro. È stata una sfida che noi avevamo voglia di accettare e devo dire che la scelta si è rivelata vincente: lavorare con Calzedonia (Atelier Emè, Intimissimi, Tezenis) e altri noti marchi come Louis Vuitton, Armani, Chanel ci ha insegnato moltissime cose, ci ha fatto vivere esperienze e avventure indimenticabili e ci ha permesso di realizzare progetti ambiziosi e prestigiosi. Generalmente in questi casi i visual arrivano già con le idee ben chiare sul prodotto e sul risultato che desiderano ottenere, ma è stupendo vedere come, col tempo e col crescere della conoscenza e della stima reciproca, aumenti la richiesta di consigli, la condivisione di idee e di pareri, il rispetto e la fiducia nelle diverse professionalità.


D. Che consiglio daresti a chi, come te, crea prodotti che potrebbero essere inseriti all’interno di vetrine e shop? C’è qualcosa che si può fare per essere più “visibili” dai brand?
R. Sicuramente un consiglio c’è, ma non sono la persona più giusta per darlo. A parte aver investito sulla mia formazione, sul sito e in alcune collaborazioni (sottolineo che non tutte sono servite a qualcosa), non ho mai voluto/potuto dedicare il tempo e il budget che un obiettivo come questo richiede. Le ragioni sono diverse: da un lato è qualcosa che non mi appartiene (sono molto brava a comunicare e a gestire il cliente una volta che mi contatta lui, ma molto poco a trovarlo e contattarlo prima io!), dall’altro non ne ho mai sentito la necessità, probabilmente perché il settore è di nicchia ed essendo stata tra le prime in Italia a partire e specializzarmi in fiori di carta giganti, in un modo o nell’altro, chi fa un minimo di ricerca nel web in qualche modo mi trova. Il consiglio più importante che sento di poter dare è quello di coltivare con costanza e rispetto il proprio talento, onorare e seminare la propria unicità -nessuno lo farà al posto nostro- e poi farla sbocciare con umiltà e fiducia, nella certezza che potrà fiorire e dare il suo contributo nel mondo che si desidera costruire.


D. Abbiamo visto che hai realizzato dei VodCast. Spiegaci cosa sono e cosa trovano al loro interno le nostre lettrici.
R. Un Vodcast è un Podcast che all’elemento audio aggiunge anche il video. IncarTalk è un progetto iniziato durante il lockdown (periodo difficilissimo che nella fase iniziale mi ha messo profondamente in crisi), nato dal bisogno di parlare “con” e “per” professionisti e appassionati della materia carta. Ogni puntata racconta una storia e condivide stimolanti riflessioni con artiste/i, imprenditori, designer e creative/i di successo che ho personalmente conosciuto lungo il mio percorso e vuole ricordare che sì, si può crescere insieme al proprio business e vivere una vita piena di significato e valore.
Al momento le puntate sono ferme, perché quest’anno sono stata molto impegnata a raggiungere altri obiettivi, ma conto di riprendere appena possibile e offrire altri spunti e stimoli a chi vuole mettersi in gioco in questo settore e costruire una rete di fertili collaborazioni.
D. Hai dei/lle collaboratori/rici? Quanto è importante la figura di Claudio, tuo marito e socio?
R. “Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso: ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto” recita una poesia di John Donne. Condivido appieno, consapevole che non avrei mai potuto arrivare dove mi trovo senza il sostegno e l’aiuto dell’uomo con cui ho scelto di condividere la vita, ma anche di tutte quelle persone che in tempi, modi e titoli diversi hanno creduto nelle mie qualità, condiviso la mia visione e compensato i miei limiti. Attualmente ho aperta una collaborazione con cinque donne -e amiche- meravigliose, disponibili a darci una mano nei progetti più importanti e impegnativi: insieme formiamo una squadra tanto stravagante quanto affiatata, di cui vado fiera.
D. Come nasce il tuo Manifesto (in divenire)?
R. Nasce dalla chiamata che sento, da ciò che finora (per questo è “in divenire”) ho capito e imparato, dai valori in cui credo e che mi impegno a manifestare e a diffondere. Sarà deformazione professionale, ma io letteralmente adoro i manifesti: li trovo un modo bellissimo di ispirare e coinvolgere, un vessillo che riunisce e guida le persone attorno a uno scopo comune e importante, uno strumento fondamentale per contenere intenzioni, princìpi e indicazioni. Non solo, permette di valutare con chiarezza se si aderisce o meno ad essi. Cosa chiedere di più?

D. Parlaci dei tuoi corsi. Come si svolgono e cosa prevedono le lezioni?
R. I corsi devo ancora riprenderli e al momento mi sto limitando a tenere brevi workshop e laboratori nella mia zona o durante fiere ed eventi. Negli ultimi anni la pandemia ha reso impossibile o troppo complicato svolgerli in presenza e l’idea di portarli online è in stand-by. Tra l’altro, son successe così tante cose negli ultimi due anni che è stato necessario darmi ulteriore spazio e tempo per ristabilire le priorità e mettere a fuoco ciò che nel profondo sento di dover/poter dare agli altri. La verità è che insegnare come creare un fiore non mi basta più (ci sono già tante possibilità) e in me domina ora il bisogno di andare oltre e trasmettere ciò che ritengo più utile e importante. A tal fine ho scelto il mentoring come metodologia di formazione e a marzo 2023 diventerò Mentor certificata dalla S.I.M. (Scuola Italiana Mentoring), qualifica che ho tutta l’intenzione di mettere presto a frutto con “Florosofia”: invito chi si sente incuriosito o ispirato a seguirmi, perché si tratta di un progetto davvero unico nel suo genere!
D. Sul sito abbiamo visto anche un’intera sezione dedicata al tuo “diario”. Ti piace raccontare di te e delle nuove idee di Incartesimi?
R. Già, mi è piaciuto al punto da dedicarci un’intera sezione! A breve però -lo annuncio in anteprima- il diario e altre sezioni scompariranno per lasciar spazio a un’impostazione non nuova, ma diversa. Da diversi mesi lavoro sul restyling del sito ed è stato veramente un percorso lungo, complesso e faticoso (la mia coach può testimoniarlo), ma ora finalmente riesco a distinguere e porre dei chiari confini tra la sfera professionale e quella personale, anche se per me resta sempre labile e mi piace sia così. Riuscire a lasciare andare pezzi di sé, scegliere e capire quale sia il modo più chiaro e corretto di proporsi, non smettere mai di evolvere e alzare l’asticella per arrivare a offrire il meglio di sé, credo sia il più alto risultato che la vita spinge a raggiungere: continuando a rispettare i miei tempi e modi, cerco ogni giorno di essere all’altezza del compito.
D. Quando non ti dedichi alla creazione e al lavoro in generale cosa ti piace fare nel tempo libero?
R. Sono focalizzata a vivere ogni istante il più liberamente e pienamente possibile. Non che ci riesca costantemente, ma arrivata a 50 anni finalmente sento di accettarmi per ciò che sono, sento di riuscire a darmi quell’amore che prima cercavo disperatamente fuori, sento di riuscire a perdonare, accogliere, intuire il disegno più grande e soprattutto fluire, senza paura. Fluire con serenità nel perpetuo cambiamento, tenendomi salda alla ciclicità che ci abbraccia e curiosa di scoprire dove questo straordinario viaggio mi vuole condurre. Perciò mi piace osservare, ascoltare, sperimentare, assorbire, integrare quello che ogni nuovo giorno mi offre, fiduciosa e infinitamente grata della possibilità di non smettere mai di imparare e condividere.

D. Nel tuo sito abbiamo letto che sei riuscita a incanalare tutta la tua sensibilità all’interno di questo progetto. Quanto è importante per te il lato emotivo nella sfera creativa?
R. Sono una PAS, acronimo di Persona Altamente Sensibile, e se fino a qualche anno fa ero fortemente convinta che -almeno per la sottoscritta- la forte emotività fosse un enorme peso da portare e un duro ostacolo da superare, adesso so che il piombo può (e deve) trasformarsi in oro e che è proprio nelle nostre parti d’ombra che si nasconde il vero tesoro. Ciò che proviamo, compreso quello che non piace, è essenziale per farci capire chi siamo e su cosa dobbiamo lavorare: dove se non da lì nascono i desideri, le aspirazioni, il bisogno di esprimersi in modo creativo? Le emozioni sono scintille che il nostro corpo accende, regalandoci preziosissime indicazioni: sta a noi imparare a conoscerle e a gestirle, facendo in modo che non facciano scoppiare incendi ma si trasformino in lucciole che illuminano il cammino, rendendolo pieno di poetica magia.
D. Cosa consiglieresti alle persone creative che ancora non sono riuscite a creare una loro identità e a far uscire la loro vera essenza?
R. Consiglio di scendere, scavare, inoltrarsi dentro se stesse finché non si raggiunge la sensazione (alquanto scomoda) di essere vicine al centro e intuirne l’unicità. Solo che poi non finisce lì, come molti credono. Da lì, al contrario, si comincia, perché la parte difficile è imparare poi a fare ordine e pulizia, a mettere da parte il proprio esasperante ego e soprattutto a diventare davvero canali, capaci di farsi attraversare da qualcosa di infinitamente più grande e misterioso della propria mente. Sembra impossibile e paradossale finché non lo vivi sulla tua pelle e ti accorgi che invece non c’è nulla di altrettanto semplice, liberatorio e gratificante. Auguro a tutti di riuscirci.
D. Un’ultima curiosità. Cosa dobbiamo aspettarci da Incartesimi nel 2023? Se si può svelare ovviamente…
R. Ma certo, alcune cose le ho già accennate: salvo imprevisti o l’arrivo di altre priorità (non mi do più scadenze rigide) entro la primavera vedrà la luce il restyling del sito e il conseguente impegno di tenerlo aggiornato insieme ai canali social collegati. Già questo lo ritengo un grande obiettivo, considerando che al momento offro essenzialmente prodotti che hanno bisogno di tempo e cura per essere realizzati. Ma siccome amo sognare in grande, conto di trovare il tempo necessario da dedicare a “Florosofia” e iniziare a offrire anche tutta una serie di servizi (consulenze, per-corsi e/o una membership) per condividere ciò che di più bello e importante ho fin qui conosciuto e fatto mio, a tal punto che domina l’urgenza di scambiarlo con chi vibra nella mia stessa lunghezza d’onda.
Spero di incrociare qualcuno di voi ma in ogni caso, di cuore, grazie e buon cammino a tutti!
Ringrazio Monica per il tempo che ci ha dedicato e per i bellissimi racconti della sua arte. Vi invito a seguirla sui social e vi aspetto con altre interessanti interviste!
Valentina Paolini per CreativamenteCarta