CHIARA COCCO

Chiara Cocco

03/08/1976, Vicenza

Ciao, benvenuta nella nostra Redazione, iniziamo con qualcosa di semplice così per sciogliere un po’ il ghiaccio. Raccontaci: chi sei, da dove vieni e cosa fai nella tua vita “non creativa”?

Ciao! Io sono Chiara Cocco e il mio alias creativo è Di Chi, e la mia pagina Di Chi ama la carta, sono una legatrice e creativa nel settore della cartotecnica, un’artigiana del mondo della carta. Abito e lavoro nelle colline del Vicentino in mezzo a tanta natura, elemento di ispirazione e conciliazione creativa.
Quando non sono nel mio laboratorio mi dedico alla famiglia e alla casa, al giardino e all’orto, sempre con un occhio alla crescita consapevole e all’autoproduzione.

Come è iniziata la tua avventura creativa? Raccontaci come hai iniziato.

Sono creativa da sempre… fin da bambina mi diletto con carta, forbici, colori, adesivi.
Come tutti i creativi ho provato diverse tecniche in vita mia: il cucito, la decorazione, la pittura, la scrittura, il decoupage, potrei star qui a dirvele tutte ma sarebbe una lista troppo lunga. Ho capito che la legatoria era la mia tecnica perché gli oggetti che producevo mi venivano facilmente e bene, piacevano a me
e anche agli altri. E poi c’è la carta. La mia tecnica non poteva non aver a che fare con la carta.
É in assoluto il mio materiale preferito.

Ora entriamo nel vivo della questione! Siamo curiose di sapere di più sulla tua arte. Cosa realizzi nello specifico?

Come vi dicevo sono una legatrice. La legatoria è una tecnica con la quale si realizzano libri.
Consiste nel raccogliere o organizzare le carte interne, cucirle e applicare una copertina per proteggerle.
Detto così, lo so, non sembra molto creativo… ma fa parte del processo produttivo. 
Della legatoria mi piace innanzitutto il rigore: ci sono delle regole da seguire su come si cuce un libro.
Poi mi piace la creatività nell’inventarsi varianti e decorazioni per le carte e i materiali che si utilizzano.

Rilegatura su fettuccia
Rilegatura su fettuccia

Cosa significa per te creare? Quali emozioni provi mentre crei?

Vi illustro il mio processo creativo: l’idea arriva come un formicolio, all’inizio ha contorni sfumati, viene a volte passeggiando nella natura, altre nel dormiveglia o lavorando a qualche altro progetto. La prima domanda che mi pongo è: “questo oggetto soddisferebbe le necessità di qualcuno?”. Se la risposta, obiettiva, è sì, allora inizio a lavorarci.
Poi il processo creativo continua a tavolino. Si lavora su un foglio bianco. Eh già, una pagina bianca su cui imprimere le idee.  Faccio un primo bozzetto, poi altri, correggo, cancello, scrivo e disegno. Mi segno idee e appunti. Prendo misure e calcolo i costi del materiale e le spese occulte. Se sulla carta il progetto è realizzabile e sostenibile mi metto all’opera e faccio il prototipo.
Mi soddisfa? Sì, No? Faccio alcuni ritocchi finché non arrivo al risultato che mi piace. Le emozioni che mi dà il processo creativo sono tante e di diverso spessore: dall’aspettativa iniziale e dal desiderio di lavorare al progetto, passando attraverso i dubbi in corso d’opera e la soddisfazione nel vederlo realizzato.
Talvolta provo anche frustrazione, se il lavoro incontra intoppi, ma poi vengo appagata se riesco a superarli.

Quanto ritieni sia importante la creatività per la sfera emotiva?

La creatività è un salvavita. Non credo serva aggiungere molto altro. Chi è creativo lo sa, non lasciarla sfogare vuol dire limitarsi. Creare quando si sta male aiuta a guarire.

Guest Book rilegato
Guest Book rilegato

All’inizio della tua carriera creativa hai riscontrato delle difficoltà nell’impostare il tuo brand, il tuo lavoro, la tua organizzazione oppure tutto è filato liscio e ha preso il volo senza tante difficoltà?

Naturalmente, sebbene tutto fosse stato pianificato, le difficoltà ci sono state.

Se hai riscontrato delle difficoltà come le hai superate? Se invece non le hai avute puoi dare qualche consiglio per chi legge?

Le difficoltà che ho incontrato sono state diverse: dall’oggettiva difficoltà ad emergere in un settore molto prolifero, all’esigenza di trovare la mia giusta strada e individualità creativa. E, ovviamente, anche l’aspetto economico nell’avviare un’attività è sempre il più problematico. Ci sono volute correzioni di rotta e senso critico ma oggi posso dire di aver raggiunto il mio obiettivo. Condurre un’attività che si autofinanzia e mi dà sostentamento.
Il consiglio che posso dare nell’intraprendere un percorso professionale nel settore creativo è quello di non trascurare la parte del business plan. Lo so è noiosa e difficoltosa, ma assolutamente necessaria.
Un altro consiglio che vi voglio dare è di trovare la vostra identità creativa concentrando i vostri sforzi sui manufatti che vi riescono meglio e che soddisfano maggiormente i vostri clienti.
Non perdete tempo in progetti che sono troppo lontani dal vostro modo di lavorare, economizzate gli sforzi e siate attente agli investimenti.

Nel tuo percorso creativo hai trovato persone che ti hanno fatto da “mentore” aiutandoti e supportandoti quando ne avevi la necessità?

Purtroppo il lavoro che ho scelto di fare è un lavoro in via di estinzione. All’inizio ero autodidatta,
in seguito ho trovato e seguito diversi corsi di legatoria e restauro di libri. In questi contesti ho conosciuto alcuni colleghi più esperti e capaci e ho intessuto molte interessanti amicizie e collaborazioni.
Ad oggi, pur non avendo avuto l’opportunità di andare ad imparare a bottega, posso dire di aver trovato molti mentori nel mio percorso e molti amici.

Album Rilegato
Album Rilegato

Cosa vedi nel tuo futuro creativo? Quali sono i tuoi obiettivi per il 2022?

Ovviamente vedo un futuro roseo. Amo il lavoro che faccio e mi dà molte gratificazioni.
Sono sempre alla ricerca di nuovi progetti e nuove opportunità. Per il 2022 conto di consolidare i miei clienti e trovarne di nuovi.

Svelaci un segreto, anche piccolo, in anteprima per le lettrici di CreativamenteCarta.

Non ho grandi segreti ma condivido volentieri con voi una dritta sul riutilizzo della carta: dato che ho una spiccata attitudine per l’autoproduzione, con i ritagli piccolissimi e inutilizzabili per altri lavori creativi, realizzo dei candelotti accendifuoco per la stufa, nei mesi invernali sono utilissimi!!!

Grazie Chiara per averci dedicato il tuo tempo.

La Redazione

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Alla prossima intervista!

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