Nadia Scarpellini
19/09/1973, Cerro Maggiore (MI)
Ciao, benvenuta nella nostra Redazione, iniziamo con qualcosa di semplice così per sciogliere un po’ il ghiaccio. Raccontaci: chi sei, da dove vieni e cosa fai nella tua vita “non creativa”?
Ciao! Sono Nadia, sono nata a Milano, ho quasi 48 anni e da cinque, per diverse vicissitudini, sono approdata a Cerro Maggiore, una cittadina del capoluogo lombardo. Cosa faccio nella mia vita “non creativa”? È difficile da dirsi, visto che la mia esistenza è tutta impregnata di creatività anche, e soprattutto, quando devo star dietro a mio figlio Giabir di 18 anni. Però quando non creo sono una “casalinga disperata” in erba. Anche se a tener casa sono una frana!
Come è iniziata la tua avventura creativa? Raccontaci come hai iniziato.
Sono cresciuta a pane e creatività. Mio padre era un modellista formidabile e appena potevo mi fiondavo a osservarlo. Però se proprio vogliamo dare un inizio, direi che è stato quando ho provato a credere un po’ di più nelle mie possibilità!
Ora entriamo nel vivo della questione! Siamo curiose di sapere di più sulla tua arte. Cosa realizzi nello specifico?
Tutto! Amo cimentarmi con qualsiasi forma di creatività che incontro e che mi incuriosisce. Anche se ho iniziato a credere seriamente nella mia arte quando sono incappata nell’aerografia. È stato amore al primo spruzzo! Per aerografare devi affrontare tutti i passaggi, dalla preparazione del fondo alla stesura del finale. In pratica ti permette di vedere una superficie che da grezza si trasforma e prende vita.
Purtroppo l’aerografia in Italia non è molto capita e così nel tempo mi sono dedicata a tutte le forme di personalizzazione che ho potuto avvicinare; creazioni in vinile adesivo, in termovinile, sublimatiche e mi diletto molto a disegnare da zero tutte le mie grafiche, soprattutto da quando nella mia vita sono entrati il mio iPad e Procreate. Ah sì! Creo anche diverse scatoline e bomboniere, ma in realtà più per diletto, visto che sono troppo golosa di confetti!

Cosa significa per te creare? Quali emozioni provi mentre crei?
Per me creare non è solo un antistress, ma una vera e propria cura. Più efficace dei tanti farmaci che mi tocca prendere, perché sono affetta da diverse malattie autoimmuni. Per quanto riguarda le emozioni… in realtà mentre creo non provo emozioni. Sono totalmente assorbita e non mi accorgo più nemmeno di cosa mi succede attorno. È come se il tempo si fermasse e tutte le mie energie venissero impegnate a rendere reale ciò che c’è nella mia testa. Mi prende a tal punto che se non metto una sveglia sul telefono rischio di non andare a recuperare mio figlio a scuola o di cucinare. Ma scommetto che non sono l’unica… vi prego, ditemi che non sono l’unica!
Quanto ritieni sia importante la creatività per la sfera emotiva?
È tutto! È quasi meglio del sesso! (Ops! Magari non si può scrivere). Allora diciamo che è una delle mie maggiori fonti di serenità e di soddisfazione, nonostante io sia sempre super critica con me stessa. Perché è vero che al termine di una mia creazione ci trovo sempre difetti, ma ci ricavo anche autostima. E ne ho molto bisogno!

All’inizio della tua carriera creativa hai riscontrato delle difficoltà nell’impostare il tuo brand, il tuo lavoro, la tua organizzazione oppure tutto è filato liscio e ha preso il volo senza tante difficoltà?
Credo di essere ancora all’inizio della mia carriera creativa e, sinceramente, anche se continuo a ripromettermi di impostare un mio brand e di organizzarmi in modo più efficace, sto ancora cercando di capire esattamente cosa devo fare. Insomma, sì! Molte creative mi conoscono anche grazie ad alcune mie collaborazioni, tra cui quella con la vostra rivista. Ma non posso assolutamente dire di aver preso il volo anzi, sono ancora nel bozzolo.
Se hai riscontrato delle difficoltà come le hai superate? Se invece non le hai avute puoi dare qualche consiglio per chi legge?
La difficoltà maggiore che riscontro riguarda il capire esattamente, dal punto di vista burocratico, fino a dove in Italia ci possiamo spingere. Ho consultato diversi esperti del settore, ma è tutto ancora troppo opinabile. Però non smetto di creare, né tantomeno di condividere ciò che so dal punto di vista creativo con i miei tutorial, sia qui sulla rivista, sia sul canale YouTube del gruppo Facebook che gestisco.
Nel tuo percorso creativo hai trovato persone che ti hanno fatto da “mentore” aiutandoti e supportandoti quando ne avevi la necessità?
Certo! Mio padre e tutti coloro che hanno accettato di insegnarmi ciò che sapevano o di lasciarsi osservare mentre creavano. Anche se in molte cose sono autodidatta, perché frequentare corsi spesso non è alla mia portata. Sul supportarmi, beh… purtroppo quando mi sono decisa a creare un po’ più seriamente, mio papà non c’era già più! Però ho sempre accanto a me mio figlio e Alfonso, il mio compagno, nonché il mio più grande sponsor, visto che quasi tutte le attrezzature mi sono state regalate da lui.

Cosa vedi nel tuo futuro creativo? Quali sono i tuoi obiettivi per il 2022?
Nel mio futuro creativo vorrei riuscire a dar vita in modo serio e concreto al mio brand. Come obbiettivi per il 2022 vorrei raggiungere le conoscenze necessarie affinché il mio canale possa crescere e arrivare a più creative possibili, perché un’altra mia grande ambizione è trasmettere ciò che so. E chissà, magari trovare il modo giusto per fare corsi e altro.
Svelaci un segreto, anche piccolo, in anteprima per le lettrici di CreativamenteCarta.
Un segreto piccolo… con il 2022 dovrete sopportarvi ogni mese un mio articolo e un mio tutorial. Eh sì, scriverò per questa fantastica rivista! Non vedo l’ora di cimentarmi in questa avventura. Anzi, accetto domande e suggerimenti sugli argomenti che vorreste che io trattassi.
Grazie Nadia per averci dedicato il tuo tempo.
La Redazione
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Alla prossima intervista!