IL MESE – Giugno in Redazione

Il mese di giugno lo apriamo con la copertina di Marzia Rickman che si racconta a noi così:

Sono Marzia Rickman, una diversamente ragazza di 46 anni. La creatività e la fantasia sono il tratto distintivo della mia personalità; da che ho memoria ricordo di avere avuto sempre la voglia di scarabocchiare prima e disegnare poi. Come indirizzo di scuola superiore ho scelto Grafica Pubblicitaria, che mi ha aiutata a capire che questa era la mia passione più grande, oltre alla pallavolo; due interessi che mi hanno accompagnata nella vita e aiutata a diventare ciò che sono. Dopo il diploma ho dovuto accantonare la creatività per lavorare con i numeri, ma poi sono diventata mamma, che per me era un sogno e una speranza apparentemente irraggiungibile. La mia felicità sembrava non potesse collimare con il lavoro, perché per alcuni datori di lavoro essere una madre non era visto di buon occhio e per anni mi sono ritrovata senza mai riuscire a superare un colloquio… la domanda “vuoi altri bambini?” era sempre presente. Come se una donna, anche se mamma, non possa essere anche una donna che lavora! E così, nel 2017, ho pensato che fosse arrivato il mio momento e ho provato finché la mia passione non è diventata la mia occupazione. Come disse Confucio: “scegli il lavoro che ami e non lavorerai mai, neanche per un giorno in tutta la tua vita”. Quando si dice reinventarsi… e da allora non mi sono più fermata. I miei disegni si sono evoluti, ma con una costante, e cioè personalizzare ogni mia illustrazione con ciò che rappresenta chi ritraggo: hobby, passioni, oggetti personali, mestieri ecc… e quando mi dicono che li ho rappresentati in pieno per me è una grande soddisfazione! Oggi insegno questo a mio figlio: perseverare, perché solo chi sogna può volare.

Ciao Marzia, grazie per averci donato una tua meravigliosa illustrazione. Abbiamo letto la tua biografia e siamo ancora molto curiose, quindi ti faremo qualche altra domanda.
Hai 46 anni e ti descrivi come una “diversamente ragazza”, come mai? Quanto incide nella tua vita il lato fanciullesco?
Mi definisco “diversamente ragazza” perché caratterialmente sono sempre stata più grande della mia età, ma siccome sono estrosa e un po’ mattacchiona (per nulla musona) il mio bicchiere è sempre mezzo pieno. A parte il carattere con cui nasci, per me ha avuto un ruolo fondamentale la mia malattia (endometriosi nello stato più severo), che dopo lo sconforto mi ha tirato fuori quel lato combattivo e la voglia di sorridere. Un percorso difficile, ma se si affronta con lo spirito giusto si è già a metà dell’opera.
E quindi non ho abbandonato neanche il mio lato fanciullesco, perché mi aiuta a essere curiosa e propositiva persino nei miei nuovi progetti.

Come descriveresti la tua adolescenza? Ti hanno sempre incentivato a disegnare o hai avuto qualche ostacolo da superare per far capire agli altri la tua passione?
La mia adolescenza è stata piena di gioie e dolori nel giusto equilibrio, ma la mia fortuna è stata quella di avere una grande famiglia piena di fratelli e sorelle, ma soprattutto la mia gemella.
In realtà non mi hanno né spronato né ostacolato nella mia voglia di creatività e, come detto prima, provenendo da una famiglia numerosa i miei genitori hanno dovuto centellinare il tempo, ma quanto basta per renderci tutti autonomi nelle nostre scelte. Mi sono comunque sempre sentita appoggiata.

Il muro lavorativo che hai trovato quando sei diventata mamma ha portato allo sviluppo della tua arte e noi ne siamo felicissime. Sembrava che il destino ti volesse a tutti i costi incanalare su questa strada, tu credi nel destino?
Sì, credo nel destino, perché tutto gira e rigira per poi tornare in qualche modo. Sono consapevole che il destino lo creiamo noi stessi con le nostre scelte, un po’ come uno sliding door, ma alcune situazioni accadono perché “era scritto così”.

Ci hai parlato di un’evoluzione nel tuo stile di disegno. Come è cambiata la tua arte nel tempo?
Quando ho iniziato a creare questo mio stile, partendo da zero, avevo scelto tratti più lineari e veloci che caratterizzassero comunque chi ritraevo, ma a oggi la mia evoluzione è stata proprio nel tratto, nel dettaglio e nell’avvicinarmi il più possibile a chi disegno.

Nei disegni di personalizzazione di famiglie & Co. dove trovi l’ispirazione per tutti i dettagli?
Chi mi commissiona i ritratti spesso si confida con me raccontandomi, a volte, lo stretto necessario; altre volte capita che mi venga richiesto di inserire emozioni, una persona cara che non c’è più, come per esempio bambini persi troppo presto, un amico a quattro zampe che ha oltrepassato l’arcobaleno, oppure hobby, passioni, personaggi preferiti, squadre del cuore e molto altro. Insomma, cercare di racchiudere una vita in un disegno. Per me è sempre una sfida che vivo con la mia dose di ansia ma, soprattutto, con la mia voglia di far sorridere chi lo riceve.

Cosa dobbiamo aspettarci da Marzia nei prossimi mesi o anni?
Non so cosa mi riservi il futuro, ma so che questa mia passione rimarrà a farmi compagnia. Ho dei progetti in testa che spero di poter rendere reali quanto prima, soprattutto legati a mia sorella che realizza delle creazioni meravigliose con la carta. Grazie di cuore per avermi fatto condividere con voi la mia storia. 

Grazie a te Marzia per averci permesso di conoscerti meglio e per averci donato questa cover meravigliosa. Care lettrici, ora non rimane che seguire Marzia e vedere come evolverà la sua arte nel tempo. Vi lasciamo quindi di seguito i suoi social. A presto!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *